Lavori SS 650

L’Alto Molise riscriva le priorità della propria strategia contro lo spopolamento

L’assenza di una valida alternativa alla mobilità su gomma è un problema antico e troppo spesso ignorato

 

La chiusura della galleria Serre lungo la ss650 “fondovalle Trigno” per almeno cinque mesi rappresenta un ulteriore elemento di criticità per l’Alto Molise, un ambito territoriale fortemente provato dall’assenza cronica di collegamenti da e verso le principali arterie di traffico stradale e ferroviario.

I trasporti su ferro molisani hanno raggiunto il livello più basso della storia politica regionale e meriterebbero un’attenta riflessione alla luce della vetustà delle strade statali regionali interessate da cantieri eterni.

Se la teoria dei rami secchi attuata dal 2010 da FS ha rappresentato per le ferrovie minori la morte diffondendo l’idea che il progresso fosse rappresentato dal trasporto su gomma e dalla mobilità individuale lungo strade ancora piuttosto accettabili, il progressivo decadimento di questi importanti assi di collegamento stradale pone davanti a delle inevitabili riflessioni necessarie a comprendere dove poter indirizzare i flussi di traffico.

Volendo prendere a riferimento il recente caso della galleria Serre, va ricordato che l’Alto Molise è servito dalla linea Sulmona-Isernia, una delle ferrovie più panoramiche d’Italia attualmente sospese per assenza di investimenti in contratti di servizio, ma contemporaneamente fiore all’occhiello di Fondazione Fs che investe quotidianamente per la manutenzione ordinaria e straordinaria necessaria a garantire l’infrastruttura al trasporto a fini turistici.

Una linea dalla duplice valenza, ingegneristica e turistica, spesso rimpianta dalle comunità locali altomolisane e anche delle linee di trasporto locale che, grazie alle relazioni ferroviarie erano in grado di fornire efficienti servizi spola per i paesi non raggiunti dalla linea trasportando persone e merci.

L’ottimo ed apprezzato lavoro di mediazione avviato con Anas ha impedito che il cantiere della galleria nel Comune di Pesche potesse rendere ancor più difficile la sopravvivenza dei centri montani, ma è assolutamente necessario ed urgente costruire un tavolo per la definizione di una strategia della mobilità d’area vasta che prenda seriamente in considerazione l’ipotesi di sperimentare modelli di riapertura delle linee minori come investimento sociale, uscendo così dalla visione miope del profitto in contesti marginali, soprattutto in regioni come il Molise in cui la marginalità è un concetto diffuso e non localizzato in pochi centri montani.

L’Associazione LeRotaie-Molise di Isernia non è solo una realtà concentrata nella promozione e nella conservazione della cultura ferroviaria molisana, ma è anche impegnata in prima persona nella difesa della mobilità su ferro per il trasporto pubblico locale.

Una realtà molisana che ha dimostrato di portare avanti con piglio e capacità le proposte di salvaguardia del patrimonio comune tanto da porre le basi per il successo turistico della Sulmona-Isernia e ideando proposte per una nuova vita, turistica e non solo, di tutte le linee che attraversano il Molise.

Va detto che l’Alto Molise si era già giocato la carta della Sulmona-Isernia in contesti decisamente importanti che hanno portato alla nascita della Strategia Nazionale Aree Interne Alto-Medio Sannio.

I sindaci del territorio in udienza presso il Ministero presentarono la bozza di Strategia ottenendo forti consensi sul tema del trasporto su binari, elemento vincente in diverse Strategie e di attualità in molte regioni impegnate a costruire un modello di mobility management da e verso le aree più urbanizzate che favorisca gli spostamenti quotidiani offrendo i servizi essenziali per la vita in contesti più piccoli.

Le difficoltà attuative della Strategia portano quindi ad una valutazione di ciò che la linea potrebbe nuovamente essere, cioè un valido collegamento di prossimità verso Isernia e le linee per Roma, Napoli e Campobasso (auspicando la conclusione dei lavori di elettrificazione in tempi decorosi), ma anche da e per l’Alto Sangro, un tempo valido riferimento commerciale e sociale per l’Alto Molise e oggi in forte crescita economica.

Il rallentamento misurato in quasi 20 minuti sulla ss650 a causa dei lavori riporta la linea ad essere nuovamente competitiva, non solo per i tempi, ma anche perché rilancerebbe una nuova strategia basata sull’intermodalità ferro/gomma con una piastra d’interscambio inclusiva capace di servire un’area vasta composta da decine di Comuni che si aprirebbero ad altri versanti.

Un’operazione che, grazie all’imminente apertura del varco ferroviario di Carpinone, sarebbe attuabile in tempi rapidi con la sottoscrizione di un contratto di servizio tra Ferrovie e Regione Molise.

La mobilità rappresenta un tema attuale per l’Italia dei piccoli Comuni e la vetustà dell’infrastruttura viaria porterà a manutenzioni straordinarie e ad ulteriori cantieri che mineranno la mobilità. l’Alto Molise è solo uno dei casi presenti in una regione già fortemente isolata che deve trovare alternative in tempi brevi.