130 anni fa veniva inaugurata la stazione ferroviaria di Isernia
Riportiamo un sunto della dettagliata cronaca apparsa sul giornale dell’epoca «Il Battagliere Indipendente» che descrive l’evento dell’arrivo del treno inaugurale il 20 marzo 1894 e del giorno successivo quando ha inizio il servizio regolare.
Il giorno 20 marzo 1894 è una data memoranda per la storia della nostra città. Essa segna uno dei più grandi avvenimenti della civiltà moderna, perché l’inaugurazione di una ferrovia è festa di civiltà e di progresso. Oggi legittime aspirazioni di lunga data sono un fatto compiuto; Oggi, dopo 34 anni di vita italiana, è una realtà quanto che ieri non era che un’utopia. Ed Isernia esulta, con un entusiasmo pari al grande avvenimento che il giorno 20 ha solennemente festeggiato. Le opere meravigliose del 4° tronco della ferrovia Caianello-Isernia rivelano insieme la potenza del genio di chi ha progettato e diretto i lavori e la loro esecuzione perfetta e inappuntabile.
Isernia dovrà con grato animo ricordare perennemente i nomi di quelli che hanno contribuito con il loro ingegno e con le loro braccia al compimento di opere monumentali, che sono lustro della nostra città, e che rivelano i progressi dell’ingegneria italiana. Ecco ora la cronaca minuta e fedele delle feste d’inaugurazione.
20 marzo 1894
La festa, veramente, può dirsi incominciata fin da Ieri. Difatti nelle ore pomeridiane la città era tutta imbandierata; da ogni finestra, da ogni balcone sventolava il tricolore vessillo. Verso le ore 4 arrivò il Prefetto della Provincia. […] Alle 11 è arrivata la società «Onestà e lavoro» di Venafro […] Alle ore 10 è pure arrivata la musica di Caserta. Alle ore 12 nella piazza della Sotto Prefettura si forma il corteo delle Società Operaie […] percorre tutta la via Marcelli tra la generale esultanza e recasi alla Stazione dove giungono all’una anche il Capitolo ed il Seminario, preceduti dalla musica di Caserta.
Il treno inaugurale portando in testa un trofeo di bandiere con gli stemmi d’Italia e d’Isernia, parte da Caianello alle 12 e 5. Alla stazione di Venafro c’è molta gente e salgono in treno il Sindaco Sig. Siravo e parecchi Signori e Signore. Alla stazione di Roccaravindola vi salgono parecchi Signori d’Isernia, e così pure alla stazione di S. Agapito-Longano, dove il cavalcavia è pieno di contadini e di belle ragazze: il farmacista Sig. Labella lo riproduce con la sua macchina fotografica istantanea.
Il treno arriva alla stazione di Isernia all’1,40, fischiando e sbuffando. Il vastissimo piazzale interno della stazione è gremito di gente: vi sono non meno di 7 od 8 mila persone. Uno scoppio frenetico di applausi e battimani prolungati salutano il mostro carducciano. Molte signore, affacciate alle finestre della stazione, sventolano i fazzoletti; le bandiere delle Società operaie si levano in alto. Si sparano parecchie granate, le quali, scoppiando in aria, fanno cadere una pioggia di fiori e di cartellini tricolori con le scritte: Viva l’Italia, Viva il Re, Viva Isernia”. Anche le campane di tutte le chiese suonano a festa. È un momento solenne, indescrivibile: l’entusiasmo popolare è al colmo. Dopo che il Clero ha proceduto alla benedizione del treno e dei fabbricati della stazione, i sodalizi si sono disposti in circolo, ed il Sig. De Cesare, Presidente della Società d’Isernia ha letto un applaudito discorso inneggiando alla Vaporiera che egli chiama il Dio della festa, venuto qui attraverso colline, valli e piani per consacrare l’opera di coloro i quali tra stenti e dure fatiche, forarono quelle colline, colmarono quelle valli, livellarono quei piani. Dice che la festa d’oggi appartiene agli operai perché segna il grande trionfo del lavoro. […] la folla si dirada e alle 14,30 ha luogo il banchetto nel magazzino merci. […] Alle ore 17 il banchetto è finito. Quando, due ore dopo, il treno inaugurale riparte, è salutato dai presenti, e il piazzale esterno della Stazione, tutto adorno di pennoni e trofei, viene illuminato a bengala. La folla si riversa nella piazza del Mercato, ma resta delusa, perché le due lampade ad arco promesse da Ruffolo, e già i pagate dal Comitato, non sono accese; si accendono invece dei lumi di bengala. La musica di Caserta, dopo aver suonato l’inno reale e l’inno di Garibaldi, si ritira, ed il popolo protesta. Viene dopo opportunamente la pioggia, e così ha fine la prima giornata di feste.
21 marzo
Oggi la linea ferroviaria è aperta all’esercizio: il primo treno arriva alla stazione alle 6,40. La città è imbandierata come ieri, e la musica di Caserta ne percorre le vie. […] Dalle 17,30 alle 21 la musica di Caserta suona nella Piazza Mercato moltissimi pezzi, e riscuote meritati applausi. Fra gli altri pezzi suona un poutpourrì del Maestro Signor Criscuoli di Venafro, dedicato alla inaugurazione della nostra ferrovia, che è molto applaudito e se ne chiede il bis. Alle 19 le due lampade ad arco si accendono, ma diminuisce l’intensita della luce delle lampade ad incandescenza. Cosicché, in tutta la festa, ciò che maggiormente si è fatto desiderare è stata la luce Ruffolo. Non possiamo finire la rassegna delle feste, senza tributare una sincera parola di lode alla Società Operaia d’Isernia, che con tanta squisitezza di sentire ha ricevuto le Società invitate, e alle musiche di Civitanova, Miranda e Forli del Sannio, le quali han mostrato che continuando a far bene così come hanno incominciato, non potrà mancar loro un’prospero e lieto avvenire.