Si chiude il 2019: un anno di numeri record, fatica e speranze!

Quello che oggi volge al termine è stato un anno molto lungo e faticoso per la nostra associazione, sotto tutti i punti di vista.
E’ nostra consuetudine tracciare un bilancio ideale e condividerlo con tutti, dai soci ai semplici appassionati.

Partiamo da dove tutto è nato, quel nostro piccolo grande gioiello che è il Museo Ferroviario presso l’ex rimessa locomotive della stazione di Isernia: puntavamo a riaprirlo proprio quest’anno, speranzosi che finalmente i lavori del comune avessero trovato il loro definitivo completamento, e invece anche per quest’anno ci è toccato guardare e rimanere alla finestra, nonostante all’interno del museo abbiamo ripristinato il grosso della funzionalità della nostra collezione, in attesa di poter essere nuovamente visitabile al pubblico.
Sono ben 4 anni e mezzo, sottolineiamo: quattro anni e mezzo, che siamo senza la nostra sede museale aperta, con gravissimo danno al cuore della nostra tradizionale e risalente attività di modellismo e museo, che proprio nel 2015, prima della chiusura, stava ormai generando un sempre maggiore interesse diffuso, grazie alle aperture al pubblico previste nelle giornate di sabato e domenica.
E’ scoraggiante sapere di non poter fare nulla fin quando non saranno completati i lavori esterni all’area dell’ex rimessa, acquisita dal comune di Isernia, ed è per questo che non siamo finora mai riusciti a dare una data e un appuntamento ufficiale al pubblico per la riapertura.

Passiamo poi all’altro capolinea, da Isernia a Sulmona, che al momento rappresentano un po’ due diversi fuochi: la prima per la parte modellistica, museale, di raccolta di cimeli e documenti storici, la seconda sede di partenza dei treni storici della Fondazione FS Italiane svolti con la nostra collaborazione nonchè sede di deposito stesso del convoglio d’epoca.
Anche a Sulmona però siamo ancora, dall’estate, senza un ufficio operativo al pubblico per assistenza e informazioni.
La Fondazione FS Italiane ha da tempo individuato dei locali per il proprio Presidio Turistico, da noi presenziato per fornire una più completa accoglienza ai tanti interessati, ma al momento siamo in attesa dei lavori di ristrutturazione da parte della ditta incaricata da RFI, che al contrario del resto dei locali della stazione ferroviaria (sale d’attesa, biglietteria, ingresso, servizi igienici, altri uffici) per cui i lavori si sono svolti lo scorso anno, non ne è stato ancora interessato, lasciando per il momento i locali da noi precedentemente utilizzati senza alcuna fruibilità al pubblico nè anche solo operativa interna, non avendo i minimi requisiti per l’accesso.
Anche questo ci condiziona molto perchè al momento i tanti interessati non hanno modo di venire di persona in stazione a Sulmona a richiedere informazioni nè hanno un numero telefonico di ufficio specifico e disponibile per informazioni relativamente ai soli treni storici; allo stesso modo i nostri soci che sono impegnati durante tutta la settimana per l’attività tecnica e di controllo non hanno un luogo fisico dove svolgere tale attività.
Per quella che in termini numerici è la prima realtà in Italia in termini di turismo ferroviario, è una situazione davvero paradossale, che costituisce un freno molto pesante alla funzionalità di tutta la macchina organizzativa.

Ma passiamo proprio ai numeri e parliamo di treni: il 2019 si chiude con 84 circolazioni per un totale di 31573 viaggiatori, un numero in forte crescita rispetto al 2018 (in cui si era arrivati a 21200), con un aumento del 49%.
Per quest’anno infatti per la prima volta si è inteso calendarizzare le partenze con date regolari e cioè ogni domenica dell’anno + ulteriori giorni festivi e particolari ricorrenze, oltre a una intensificazione prevista tra fine novembre e fine dicembre, in cui con grande impegno si sono organizzate partenze ogni venerdì, sabato e domenica, con due circolazioni al giorno, seppure non con gli orari che avremmo voluto noi.
A causa infatti di una disposizione dell’ANSF, recepita da Rete Ferroviaria Italiana, è stata ristretta e limitata la possibilità di avere due treni contemporaneamente sulla linea ferroviaria, cosa che proprio nel periodo previsto per le due circolazioni (dicembre) ha generato orari a noi sgraditi, tanto quanto al pubblico, con tempi di sosta non bilanciati in questo caso tra Campo di Giove e Roccaraso, che hanno generato numerose lamentele non solo da parte del pubblico, ma anche degli operatori locali.
Vanno inoltre ricordate le tre partenze a fine inverno da Roma, nella due giorni Roma Termini-Sulmona-Roccaraso A/R, così come le iniziative, sempre di due giorni, organizzate per il bando Turismo è Cultura della Regione Molise, a settembre, ottobre e dicembre, dal titolo “Prossima Fermata, Molise!”.
Questo volume di viaggiatori e questa frequenza di treni storici su una sola linea ferroviaria in un anno non ha alcun precedente in Italia, neanche su linee che tradizionalmente, da decenni, hanno progetti di turismo ferroviario avviati, come in Toscana e Lombardia.
E’ senza dubbio un buon segnale nazionale all’interno di un trend che si registra da qualche anno, grazie al costante impegno su più livelli del gruppo FS in generale, della Fondazione FS Italiane come azione di regia e promozione del progetto Binari Senza Tempo, di una opera di monitoraggio e studio della FIFTM (la Federazione Italiana delle Ferrovie Turistiche e Museali) e di un consolidamento, per la verità non ancora completo, della legge 128/2017 di tutela delle ferrovie turistiche, tutte tematiche che proprio quest’anno sono state affrontate nell’assemblea nazionale, che abbiamo avuto l’onore di ospitare dalle nostre parti, il 16 e 17 novembre a Sulmona.
Per il 2020 ricalcheremo questo impegnativo calendario, con partenze già avviate ogni domenica (per la stagione invernale 5 gennaio – 8 marzo si è già quasi raggiunto il sold out) e tante altre date in giorni festivi, nella speranza di poter avere l’ok da parte di Fondazione FS per poter avviare una programmazione più a lungo termine, che ci consenta di sperimentare nuove idee.

Il caso della Transiberiana d’Italia però è un caso a sè: questo grande incremento di numeri, che la stacca completamente da tutte le altre realtà italiane, anche e soprattutto in termini di programmazione e tipologia di viaggiatori partecipanti, è frutto di un lavoro che non beneficia di alcun genere di intervento pubblico a monte e che, di conseguenza, specie nelle tempistiche, può sfruttare una certa autonomia di programmazione.
Avendo la nostra associazione affidato l’offerta commerciale ad una agenzia viaggi di fiducia, che condivide con noi non solo l’idea e la prospettiva, ma anche e soprattutto le finalità ed i risvolti socioeconomici, l’etica, il radicamento sul territorio e la tanta energia ripartita in validissimi ragazzi che prestano il loro lavoro frutto di una risalente passione, rispetto alle altre regioni italiane dove vi sono tali iniziative finanziate a monte vi è dalla partenza subito una diversa velocità di azione.
Altrove infatti tutto è organizzato e lanciato al pubblico con troppo poco anticipo, cosa che non consente il necessario effetto moltiplicatore utile a poter ampliare nel futuro l’offerta, raggiungendo nuovi mercati.
Alla luce di tali risultati, riteniamo senza dubbio che lo sviluppo del turismo ferroviario debba muoversi verso questa direzione, il 2019 lo ha dimostrato.
Non tutto però è stato capito, specie tra le mura amiche: il territorio sembra ancora avere scetticismo o, quando ha percepito il valore di questo motore, sembra avere spesso solo pretese o manifesta contrarietà o solo indifferenza nei casi in cui vi siano delle regie a monte, che siano pubbliche o private, che non siano state coinvolte o che non siano madrine di queste iniziative.
D’altro canto, i maggiori commenti positivi arrivano da fuori regione e dall’estero, come dimostrano i risultati raggiunti con la premiazione per l’Oscar dell’Ecoturismo 2019 di Legambiente e i tanti reportage di testate giornalistiche straniere.

Ma se da un lato i numeri sono lusinghieri, dall’altro ci sono ancora diverse criticità che per il 2020 rappresenteranno la priorità: da un lato una maggiore fluidità e operatività, con una più specifica suddivisione dei ruoli per conseguire una maggiore efficacia che si riscontra poi al pubblico, dall’altro un puntuale e preventivo controllo a monte sulla qualità dell’offerta turistica proposta dalle località che ospitano i treni storici della Fondazione FS Italiane.

Per primo, collaborando giornalmente con l’agenzia Pallenium Tourism nell’offerta al pubblico, ci rendiamo conto che spesso non ci è possibile garantire a tutti i richiedenti la disponibilità per una o più date: purtroppo nonostante le tante date in calendario, i posti sono limitati e il calendario deve necessariamente rispettare determinate tempistiche, tanto per gli individuali quanto per agenzie viaggi e gruppi.
Chi richiede probabilmente non si rende conto che vi sono altrettante analoghe richieste di tantissimi altri operatori e privati e per forza di cose va effettuata una scelta con criteri obiettivi, che non sempre vengono capiti e accettati.
Ma è semplicemente l’unico metodo che non faccia due pesi e due misure, distinguendo tra le varie tipologie di offerta proposte. Augurandoci di poter fare sempre più e meglio, ci promettiamo innanzitutto di garantire una puntuale risposta a tutte le richieste che arrivano, anche se si dovesse trattare di richieste che non è possibile evadere.

Tornando sul secondo punto, mai come quest’anno infatti ci siamo sentiti dire che il treno storico è una esperienza bellissima, che il personale è preparato e cortese ma che spesso le soste a terra, nei vari paesi abruzzesi e molisani toccati dalla tratta, non sono all’altezza delle aspettative.
Non è un caso che questo filo conduttore si sia percepito maggiormente quest’anno, il 2019, proprio quando l’offerta è aumentata ed ha raggiunto un raggio maggiore di persone.
Vorremmo raccontarla con un aneddoto, che serve a far capire di cosa stiamo parlando: quando iniziammo in maniera continuativa questa splendida avventura con i treni storici sotto la regia di Fondazione FS Italiane, nel 2014, vivevamo una stagione di pionierismo autentico, oseremmo dire un’Arcadia Ferroviaria.
Chi partecipava a queste giornate era per lo più un appassionato di treni o di viaggi, ed era quindi già ben “rodato” sulla tipologia di viaggio e di treno al punto che, nell’inverno 2015, non registrammo neanche una sola lamentela sul fatto che alcune vetture storiche utilizzate non avevano per propria natura il riscaldamento interno (le c.d. “Terrazzini”).
Era così, erano giornate di avventura, di pura ferrovia, che terminavano con noi e i viaggiatori ebbri di emozioni a scambiarci opinioni di viaggio ed esperienze personali di viaggio della propria vita.
Oggi una cosa del genere sarebbe a dir poco impensabile e ovviamente riceveremmo una marea di lamentele se non di minacce di denuncia, per questo così come per i più disparati motivi, a volte anche pretestuosi.
Oggettivamente ne abbiamo sentite di tutti i colori: dall’odore del gasolio all’assenza di prese elettriche a bordo, dai finestrini che si appannano ai gradini di discesa dalle carrozze, dalla scomodità delle sedute in legno agli spazi ridotti delle toilettes a bordo, dalla lamentela per il fatto che il bambino piccolo deve stare in braccio all’impossibilità di portare a bordo un cane di taglia grande o di mantenere il passeggino di fianco al proprio posto.
E’ cambiato il pubblico che partecipa a queste giornate, è cambiato l’approccio, è cambiata l’aspettativa.
Il pionierismo ha tracciato una strada che ora è percorsa da tante persone di ogni genere di età e di estrazione, che vivono queste giornate non come appassionati di ferrovia ma come fruitori di un prodotto turistico che deve rispettare determinati standard di gradimento, spesso visti però su canoni moderni e non misurati ad uno strumento datato 90 anni, perchè è l’abitudine di oggi a vedere determinate cose in un certo modo e quindi ad avere determinate pretese.
E’ per questo quindi che il viaggio in treno e la sosta a terra sono visti e rappresentano due fattori di una unica esperienza.
Veniamo da un mese intero ad esempio, in cui con i treni dei mercatini di Natale abbiamo registrato la più alta partecipazione di persone più interessate a quanto ci sarebbe stato a terra che al viaggio in sè.
Di conseguenza, a causa di una offerta a terra di una delle due località coinvolte per i mercatini, non ritenuta all’altezza dai viaggiatori (e da noi stessi!), abbiamo ricevuto una lunga sequela di critiche e di feedback negativi.
Per noi tutto è questo è frustrante, perchè garantire la piena efficienza del viaggio in treno, come preparazione, allestimento, assistenza tecnica e come promotori della storia e della cultura ferroviaria è un duro lavoro che ci ha assorbiti tanto tempo ma che per lo più è stato vanificato da operatori e comunità locali che probabilmente non hanno capito o hanno sottovalutato la portata e l’importanza di un vettore vetrina del territorio come il treno storico, carico di viaggiatori da ogni parte d’Italia e dall’estero.
Tenendo comunque sempre presente un assunto, spesso dimenticato, che nella maggiorparte dei casi si arriva in piccoli borghi che hanno dei loro fragili equilibri sociali ed economici e che non si sbarca in realtà metropolitane dove ci sono servizi immediati in ogni angolo, è bene però che ogni località sappia come farsi trovare pronta, perchè una cosa è certa, il treno storico non arriva all’improvviso senza che nessuno sappia nulla.

Per l’anno nuovo il nostro compito più stringente sarà quindi essere più guardinghi, selettivi e perentori nella scelta delle località di sosta, pretendendo (usiamo appositamente questo termine) un’offerta turistica all’altezza della qualità del nostro servizio garantito con il treno storico, nell’intento di far vivere ai nostri graditi ospiti la pienezza di una giornata positiva in tutti i suoi aspetti.
Non ci saranno più sconti, non tollereremo più superficialità e lassismo, e se ci sarà chi non vuole sposare questa linea, perchè non interessato o poco incline alla novità e al rimboccarsi le maniche, pazienza, passeremo oltre, perchè così come siamo preoccupati del gradimento dei viaggiatori, siamo altrettanto preoccupati per la nostra immagine, che non può e non deve essere messa in pericolo da inefficienze altrui.

Sperando di avere in questo trovato finalmente una quadra, potremo, ce lo auguriamo, dedicarci anche al ritorno della piena attività di museo e di modellismo in Molise così come al tanto desiderato ritorno delle partenze da Campobasso e Isernia, e perchè no, da Napoli, sulle quali stiamo lavorando a contatto con la regione Molise affinchè il ramo ferroviario della Sulmona-Isernia possa ampliarsi con la linea per Campobasso e per Benevento, così come per Venafro, arrivando a poter proporre un piccolo grande sogno, quello delle crociere ferroviarie sull’Appennino.

E’ stato davvero un 2019 lunghissimo, ma date queste premesse, forse sarà un 2020 ancora più impegnativo…è il caso quindi di farci un augurio forte, sentito, a noi, tanto quanto a tutti voi che ci seguite con passione e pazienza!

Buon anno nuovo!